venerdì 18 giugno 2010

Mondiale 2010 = Euro 2000?


I corsi e i ricorsi storici esistono anche nel mondo del pallone, come già anticipato nel post precedente (“Biscuit”, B.L.M.).
Gianluigi Buffon si infortuna – “ernietta del disco” e “a tempo indeterminato, non possiamo prevedere il ritorno”, dice in sintesi il medico della Nazionale – durante la partita col Paraguay e resta in panchina nel secondo tempo, sostituito dal giovane Marchetti (cercato, secondo alcuni voci, proprio in questi giorni, dall’Arsenal). È il 2010 e si sta giocando un Mondiale.
Gianluigi Buffon si infortuna prima dei quarti di finale con la Romania, lasciando il posto a Toldo per la partita successiva contro l’Olanda - una storica partita per il portiere "para-rigori". Era il 2000 e si stava giocando un Europeo, che l’Italia si farà scippare in finale dalla Francia.
Se i corsi e ricorsi storici agiscono, oltre che limitarsi ad esistere, anche nel mondo del pallone, ci sono un paio di cose da aspettarsi: Marchetti acquisirà più esperienza, andando a giocare in una squadra più forte di quella sua attuale– come Toldo fece partendo da Firenze per approdare alla sponda neroazzurra di Milano; la classe politica italiana, o una parte di essa (vedi Lega Nord e relativi esponenti), criticherà squadra e allenatore, costringendo alle dimissioni il c.t. – come nel 2000 fece Berlusconi, le cui aspre critiche portarono al volontario allontanamento di Dino Zoff (all’epoca c.t. della nazionale, n.d.r.); Cannavaro commetterà altri svarioni in difesa – come fece sul gol di Wiltord in finale nel 2000 (e come ha già fatto in questo Mondiale in occasione del gol del Paraguay); alcuni giocatori lasceranno la Nazionale (il capitano e Gattuso, n.d.r.) – come già fecero Ferrara e Antonioli (convocato, ma mai fisicamente in campo) nel 2000.
Sapendo tutto questo, vogliamo ancora che l’Italia vada in finale? Nonostante le somiglianze con l’esaltante, ma altrettanto amaro, Europeo del 2000?
Se non crediamo alle coincidenze, forza Italia! Se, invece, ci crediamo…consoliamoci almeno col fatto che, rintronati come siamo dalle le vuvuzelas, non ci accorgeremo di nulla.

M.M.

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